Nella serata italiana del 4 maggio, Google ha annunciato su Twitter il rilascio di un nuovo aggiornamento del suo algoritmo. Secondo Google l’aggiornamento potrebbe impiegare fino a due settimane prima di essere completamente rilasciato. Si tratta del secondo update del 2020, dopo quello di gennaio.

Lo stupore di Google

La cosa curiosa è che poco prima dell’annuncio ufficiale, Google ha tenuto a sottolineare un fatto inusuale: pare che nella storia non ci sia mai stato un così vasto numero di ricerche strettamente legate ad uno specifico argomento (il coronavirus) per un periodo così prolungato.

In cosa potrebbe consistere l’aggiornamento

L’aggiornamento dell’algoritmo potrebbe consistere proprio in questo: visto che, in questa fase storica della ricerca online, molte query hanno come intento il voler conoscere quanto sta accadendo localmente, il core update favorirà i contenuti di questa natura nei percorsi di ricerca degli utenti.

Oltre che più spazio dunque a risorse locali e nazionali, considerate rilevanti dal motore di ricerca, e a nuove funzionalità incentrate sul tema coronavirus nella pagina dei risultati di ricerca, come la nuova barra laterale, il nuovo aggiornamento potrebbe dunque essere una conseguenza dei nuovi pattern di ricerca. Si tratta di un’ipotesi: ma non è completamente da escludere che, essendo cambiate le esigenze degli utenti, possa essere cambiata anche la natura delle ricerche e dunque il grado di soddisfazione delle risposte dei risultati di ricerca (e da qui, la gerarchia dei posizionamenti).

Tutto ciò che c’è sempre da ricordare è che Google è un’enciclopedia degli intenti di ricerca. D’altronde, possiamo continuare ad affermare con certezza che il mondo di tre mesi fa fosse uguale a quello di adesso? A voi la risposta.

Un esempio interessante di nuova SERP dovuta all’aggiornamento dell’algoritmo potrebbe essere il seguente:

Cosa fare dopo l’aggiornamento

Se ti consideri colpito dal nuovo update di Google tutto ciò che c’è da fare è mettersi a studiare le nuove SERP e riadattare i contenuti per soddisfare il più possibile gli intenti di ricerca dei tuoi utenti. Non ci sono specifiche azioni manuali da intraprendere, né formule magiche da applicare. La SEO d’altronde non è un bottone da spingere a piacimento. Le vere paroline magiche sono monitoraggio e ottimizzazione. Seguendo magari le linee guida di Google, e tenendo conto che fluttuazioni della SERP in fase di rilascio dell’algoritmo sono perfettamente normali, e generalmente temporanee.

In realtà gli aggiornamenti degli algoritmi dovrebbero rappresentare un momento prezioso per capire quello che va o non va con i nostri contenuti. Focalizzarsi sulle intenzioni di chi cerca per poter rispondere nella maniera più precisa è sempre la strada migliore da intraprendere.